Tradizioni e folklore

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Tradizioni e folklore

Data:

25 luglio 2023

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Tradizioni e folklore

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Le vicende storiche che hanno coinvolto Latronico nel corso della storia ne hanno plasmato le tradizioni, rendendole varie e numerose. L’influenza Normanna, Francese, Spagnola e della Magna Grecia ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione di un bagaglio di tecniche e usanze tuttora in uso.
folklore1Il puntino ad ago è una particolare tecnica di ricamo molto laboriosa, praticata senza telaio – la cui esclusività è stata riconosciuta da importanti riviste specialistiche nazionali del settore – che trova le sue lontane origini nelle città della Magna Grecia, dove, grazie agli spostamenti commerciali nell’area delle colonie greche, questo tipo di pizzo si diffonde come elemento decorativo dei capi di vestiario. Nel nostro territorio ha trovato terreno fertile per la realizzazione di corredi nuziali – lo stile fine e molto elegante per la sua linearità si sposa perfettamente con capi e arredi moderni di stile minimalista – diventando patimonio pressoché esclusivo della zona.
Biscotto ad otto
Tipico tarallo dalla forma “a otto” prodotto da forno per eccellenza della gastronomia del posto. La sua ricetta è estremamente semplice: da un impasto di farina di grano tenero, coltivato a Latronico e paesi limitrofi, acqua e sale si ricava un biscotto dalla forma caratteristica, simile ad un numero otto. E in base all’antica tradizione latronichese, il biscotto viene prima fatto bollire e poi passato nel forno. Ciò che rende speciale ed unico tale prodotto è sicuramente la farina di “carosella” utilizzata per la sua realizzazione. Trattasi di una varietà di frumento tenero, seme antico sopravvissuto alle manipolazioni genetiche. Iniziata in maniera domestica e famigliare la produzione del biscotto a otto ha lasciato spazio a quella prettamente commerciale sin dalla fine degli anni ’70 inaugurando un capitolo nuovo della storia del biscotto di Latronico. Tramite gli emigrati del paese disseminati in molteplici parti del mondo, la notorietà di questo prodotto tipico ha raggiunto varie nazioni europee arrivando perfino oltre oceano, negli USA e nell’America del Sud. Il Biscotto a otto è ora un prodotto certificato di filiera. E’ inoltre un alimento base della dieta mediterranea essendo privo di grassi . E’ consigliato consumarlo con formaggio, salumi, miele ed un buon bicchiere di vino rosso. Altro prodotto caratteristico dell’azienda è la fresella (bianca e integrale) che grazie alle sue proprietà organolettiche, quali la friabilità risulta essere particolarmente gradito.
La lavorazione del maiale
Tradizione che affonda le sue radici nella storia, nell’economia domestica il maiale ha sempre costituito una forma di piccola economia per la famiglia. Questa tradizione ha sempre raggiunto risultati eccelsi: tra gli antichi romani con il termine lucanica veniva indicata la salsiccia. Dall’etimologia della parola emerge chiaramente.
Ancora oggi è diffusa la lavorazione a casa delle carni del maiale da cui ne derivano salsicce, sopressate, prosciutti, capocolli e tante altre prelibatezze. Le procedure di lavorazione e l’arte con cui si affrontano le diverse fasi di mattazione sono qualcosa di unico, che si ripete ogni anno allo stesso modo e che coinvolge tutta la famiglia,
Nel corso degli anni oltre alla produzione artigianale degli insaccati si è aggiunta quella di tipo industriale con la nascita di diverse aziende impegnate in questo settore.
Lavorazione artigianale della pietra
Grazie alla presenza di giacimenti di pirite, marmo, quarzo, talco e alabastro bianco sul Monte Alpi già in epoche remote la lavorazione della pietra era un’attività ampiamente diffusa. Gli esperti scalpellini latronichesi lavorano tuttora la caratteristica pietra grigia di Latronico che si può ammirare su portali, scalinate e pavimenti. Ampio uso ne è stato fatto nella costruzione di portali nel centro storico e nelle chiese dove si possono apprezzare manufatti di un certo spessore artistico come la statua di S.Egidio custodita nell’omonima chiesa, acquesantiere e vari altari.
Gastronomia
Tra i primi piatti, tutti rigorosamente fatti di pasta casereccia, da menzionare vi sono senza dubbio: le Tapparedde cch’i lardari (lasagnette con funghi porcini), i Maccaruni ‘i casa ccu’ savuzizzonu e coria (fusilli con salsiccione e cotica), i Rascatieddi du’ gualano (gnocchi a tre dita del lavoratore), i Maccaruni ‘i casa cca’ muddica (fusilli con la mollica del pane), i Tagliulini e fasuoli ccu’ zzifft (tagliolini, fagioli e polvere di peperoni macinati), le Lagane e ciciri (lagane e ceci), la Coria e fasuoli (cotica e fagioli), Raviuoli cca’ ricotta (ravioli con ricotta di pecora), Virmicieddi ‘a trappitara (vermicelli alla trappitara).
I secondi piatti sono rappresentati da: Crapettu sfrittuliatu (capretto fritto in padella), Baccalà e zafarane crusc’che (baccalà e peperoni secchi), Ainu ccu’ patane e cipuddine (agnello con patate e cipolline selvatiche), Puddastru arrustutu (pollo nostrano arrostito) e la Custata ‘i castratu arrustuta (costata di castrato arrosto).
Altre pietanze tipiche della culinaria sono: gli gliummarieddi (budelline di agnello avvolte a gomitolo), la pastorale (carne di pecora cucinata secondo l’usanza dei pastori lucani), la ‘Rrappaiona (piatto antichissimo composto da tutti i tipi di legumi e cereali con l’aggiunta di lardo, aglio, prezzemolo e peperoncino), una varietà di insaccati (salsiccia, salsiccione, sopressata, prosciutto, capicollo), latticini (formaggio pecorino, caprino, ricotta) e funghi (porcini, ovoli, gallinacci). Non raramente la cucina si arricchisce di selvaggina come il cinghiale e la lepre.
Dolci tipici della tradizione latronichese sono: u sanguinaccio (il sanguinaccio, dolce fatto in massima parte di sangue di maiale con aggiunta di riso, uva passa e cioccolato), u purciddato (dolce pasquale) e i cannariculi (dolcetti di pasta fritta consumati nel periodo di carnevale).
Il cece “ribelle” di Latronico
cece (1)Di forma piccola, biancastra e sferica, il cece “ribelle” di Latronico, come tutti i legumi cresce in un’ambiente caldo/umido ad un’altitudine compresa tra gli 800 e i 1000 m s.l.m. Si adatta molto bene alla trasformazione e viene utilizzato per la produzione di farine.
Grazie ad una ricerca storica relativa al fenomeno del brigantaggio ed ai racconti degli anziani del paese è emerso che già in epoca pre-unitaria nell’area Sud di Basilicata venivano coltivati i ceci, che erano utilizzati dai briganti nascosti sulle montagne per ricavarne farina da utilizzare per la pasta e il pane (macinata in un mulino che sorgeva lungo l’argine del Fiume Sinni).
L’aggettivo “ribelle” è legato, oltre che alla connotazione storica delle coltivazioni, anche al concetto di resilienza, cioè la capacità di riemergere nonostante le avversità, che questo legume possiede in quanto resistente all’idea di esseres stato dimenticato. In tal senso l’Ente, grazie alla banca del seme dell’ALSIA di Rotonda ha promosso un progetto di recupero del seme antico. Tale progetto è stato realizzato grazie alla fondamentale collaborazione degli imprenditori agricoli, dei pensionati e delle casalinghe che sono diventati i veri “custodi del cece ribelle di Latronico”.

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85043 Largo Marconi, 10, Latronico, Potenza, Basilicata, 85043, Italia

Telefono: +39 0973 853 209

PEC: protocollo@pec.comune.latronico.pz.it

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Ultimo aggiornamento: 25 luglio 2023, 12:19

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